IL DONO DEL CANCRO
Immaginazione positiva e sensibilità
Proprio quando la luce è al suo massimo e i frutti si gonfiano di succhi zuccherini si verifica in noi come una pausa di raccoglimento. Si scopre di apprezzare la penombra protettiva della propria casa, ci si concede un momento di rilassata passività che lascia spazio alle immagini interiori dei ricordi e dei sogni e solleva le onde delle nostre emozioni.
Siamo nel regno del Cancro, la dimora della Luna. Nessun segno ha la sua sensibilità, un tono di voce, una luce diversa nello sguardo, un’intenzione nascosta (ma non per lui), tutto lo colpisce profondamente e muove il mare del suo cuore. Per questo sente il bisogno di difendersi e di crearsi un qualche tipo di guscio protettivo.
Il primo recinto sarà la famiglia di origine, dove la figura materna gioca un ruolo di primo piano, poi si creerà un nido proprio o userà una relazione o una passione lavorativa per sentirsi al sicuro.
Come nel granchio che protegge la sua bianca e tenera sostanza con una corazza così i nativi del segno cercano incessantemente un equilibrio tra la loro dolcezza e affettività e una loro parte rigida che li separa e li difende.
Ma la loro vera difesa è costituita dalla padronanza delle immagini mentali che scelgono di nutrire, perché mai come per loro l’affermazione “l’inferno e il paradiso sono due stati mentali” risulta particolarmente calzante.
Una medesima situazione può suscitare ricordi e considerazioni diametralmente diverse e l’emotività può diventare più importante della realtà concreta.
Come il granchio è in grado di respirare sia nell’acqua che nell’aria così queste creature possono vivere tra due mondi, quello reale e quello immaginario, e solo un lavoro di consapevolezza li aiuta a distinguere tra i due piani.
E, comunque, quando decidono di agire concretamente, difficilmente vanno diritti allo scopo, come il granchio che si muove a zig zag, piuttosto che prendere preferiscono attirare e ricevere, piuttosto che seguire un processo convenzionale e costante, vanno a scatti intuitivi e difficilmente prevedibili, alternando fasi di iperattività a momenti di totale “devozione al divano della comodità e dell’abitudine”.
Che sia un segno collegato con la creatività è rivelato dalla prolificità dell’animale che lo rappresenta e dal fatto che questo segno rappresenta la nascita delle anime nella materia, ecco perché l’amore per i figli e l’educazione sono sempre due aspetti che lo coinvolgono intensamente.
Ma anche il dare un corpo, cioè una forma concreta, a ciò che viene immaginato gli è congeniale, poiché la stessa energia che ti permette di avere un figlio si esprime anche nel piacere di creare un quadro, un libro, un progetto.
Mi sono chiesta come mai la malattia più temuta del nostro secolo abbia preso il nome di questo segno, ed ho trovato due risposte su cui riflettere: la prima collega la malattia ai “segni e graffi”, (in greco “karkinos”, che significa anche “granchio”), che le emozioni negative lasciano sulla “spiaggia” del nostro essere.
Il dott. Hamer ha dimostrato come il tumore sia un tentativo di guarigione del corpo di un trauma emozionale improvviso e vissuto in solitudine.
Nella seconda si menziona il fatto che le cellule malate agganciano quelle sane come fa il granchio con le sue chele, e quindi si crea un collegamento tra il disagio che origina la malattia e l’attaccamento a persone e situazioni che, anche se dolorose e “malate”, non si riesce a lasciare andare.
Nell’antico Egitto l’animale simbolico di questo settore astrologico era lo scarabeo, che per loro rappresentava la metamorfosi continua e l’immortalità.
Questo animaletto è pulitissimo pur vivendo nello sterco, con esso forma delle palline che spinge con le zampe posteriori, (quindi si muove all’indietro), e così facendo rende fecondo il terreno in cui si trova, deposita nelle palline i suoi figli, che quindi sembrano nascere miracolosamente da sé, ( “come lo scarabeo si autogenera così fa la coscienza” dicevano gli egiziani, ecco perché mettevano uno scarabeo di pietra preziosa sul cuore del defunto per ricordagli il suo potere di rinascere).
Inoltre la corazza dello scarabeo sembra la stilizzazione di una scatola cranica vista dall’alto, la nostra parte più dura che ospita la sensibilissima sostanza cerebrale.
E pur essendo un animaletto tanto piccolo è collegato al cielo, perché si è scoperto che nel muoversi all’indietro sceglie e mantiene la direzione grazie alla posizione del Sole, di giorno, e a quella della via lattea, di notte.
Del resto anche il granchio è collegato alla Luna e alle maree per le sue fasi riproduttive.